"Marta che aspetta l'alba" di Massimo Polidoro edito Piemme
La trama: Sola e con una figlia, Mariuccia accetta di fare domanda come infermiera
all’ospedale psichiatrico di Trieste. E' magliaia, non sa nulla di
malati psichiatrici, ma decide comunque di provarci. Quello è un lavoro
sicuro, e Mariuccia ha una disperata necessità di mantenersi. Ma il
mondo che gli si spalanca di fronte è completamente diverso da ciò che
immaginava. Gli infermieri sono secondini, devono pensare a spazzare,
alle pulizie, non certo prendersi cura dei pazienti. A loro si dedica la
signora Clelia, la terribile caporeparto dagli occhi gelidi, mentre il
medico è una presenza invisibile e distante. A Mariuccia si presenta una
quotidianità fatta di trattamenti inumani, di legacci, camicie di
forza, bagni ghiacciati, elettroshock, gabbie di contenzione, stanzini
di punizione, e guai a chi fiata. Tutto le appare assurdo, anche se
giorno dopo giorno vi si adatta come fosse normale: dopotutto è solo
un’infermiera e deve obbedire agli ordini. C’è anche una ragazza tra
quei muri. Una ragazzina senza nome e senza diritti, come tutti lì
dentro. Mariuccia scoprirà solo dopo diverse settimane che si chiama
Marta.
IL MIO GIUDIZIO:
Libro con una trama molto intensa e un argomento al giorno d'oggi poco toccato, mi è piaciuto moltissimo perchè mi ha fatto vedere un lato diverso del mondo psichiatrico o meglio del mondo di una volta, per fortuna oggi non è più così.
In certi punti mi ha fatto venire i brividi nel leggere come queste presunte persone malate di mente che in realta molte non avevano problemi psichiatrici ma erano solamente sole e abbandonate a se stesse, venivano trattate, peggio delle bestie.
Mi è piaciuto anche scoprire come era il ruolo dell'infermiere di allora che era più uno spazzino o controllore rispetto ad oggi.
1971: Franco Basaglia diviene il
direttore dell'ospedale psichiatrico di Trieste. Le porte dei reparti
vengono spalancate, gli infermieri iniziano a parlare con gli
“internati”, gli episodi quotidiani di violenza del personale sui
pazienti diminuiscono, fino a scomparire. In pochi mesi di fervente
lavoro, c'è chi ritrova una vita e una dignità da decenni perduta,
c'è chi dona una senso e una vera professionalità al proprio
lavoro, c'è anche chi, come Marta, incontra il cambiamento portato
dall'approccio di Basaglia quando ormai è troppo tardi. I matti sono
diventati esseri umani, ma prima di arrivare a questo quante botte,
quanti elettroshock, quante lobotomizzazioni.
Marta che viene rinchiusa in manicomio dal cognato e dalla sorella solo
perchè ha bevuto un po' di più, ed è sana di mente ma più urla il suo
essere sana, in manicomio lo interpretano come una malattia, quindi
viene messa in isolamento, le vengono fatti trattamenti come
l'elettroshock, ingabbiata fino ad arrivare alla lobotomia e renderla
non più umana.
Mariuccia vive il periodo della legge di Basaglia e
grazie a questo grande uomo, scopre che queste persone sanno ragionare e
hanno delle storie da raccontare e che quindi cambia anche il ruolo
dell'infermiere che nn è solo quello di semplice spazzino ma colui che
sta accanto alla persona e l'ascolta.
Spesso le persone ricoverate
non erano nemmeno affette da vere patologie, ma avevano solo delle
stranezze, o erano bambini abbandonati e cresciuti, poi, in manicomio.
Il libro termina con Mariuccia che va a prendere Marta. Dalla ragazza
che era, è diventata una donna obesa, senza denti, rovinata da tutto ciò
che ha subito. Marta che all’alba aspetta la sua amica, vestita di
tutto punto per uscire in quel mondo che per troppo tempo le è stato
negato.
Libro consigliato tratto da una storia vera...
VOTO: 5/5
Nessun commento:
Posta un commento